venerdì 7 ottobre 2011

Chiudere i rapporti con le Poste - puntata 6

La precedente puntata e' qui. Oggi mi ha contattato una tizia dagli uffici centrali per comprendere l'evoluzione del ricorso.
In realta' credo che l'evoluzione fosse chiara ad entrambi, ma era per lei potenzialmente utile mostrare la dinamica ed eventuali errori, sia della direttrice dell'agenzia, sia i miei. Ovviamente ho respinto le mie eventuali negligenze[1] ed ho ritenuto non soddisfacente l'ammissione di colpa dell'ente, la cui posizione si puo' sintetizzare con mettere all'indice la direttrice. Ho gia' spiegato qui che la colpa va suddivisa su piu' livelli, pensare di attribuirla anche a me e' da malati.
Dopo diversi minuti di scambio telefonico, e verificando che la mia posizione non si e' evoluta secondo la sua previsione, ha sostenuto che la mia posizione fosse eccessivamente puntigliosa. Personalmente penso che un corso di comunicazione e strategia comunicativa sarebbe un buon investimento per l'ente, comunque per risponderle per le rime ho sottolineato che semplicemente la pazienza e' finita.
Lei ha terminato la telefonata chiedendomi quale fosse la mia richiesta per risolvere la questione.
La mia posizione e' semplice: le mie richieste sono state girate all'ABF e l'ente gia' le ha in copia. Non sono certo io a dover fare una prosposta, io sono la parte lesa[2]. In ogni caso condizione necessaria affiche' io valuti il ritiro del mio reclamo all'ABF e che loro producano una proposta per iscritto.
Ovviamente, sono sicuro, non ricevero' nessuna prosposta, specialmente per iscritto.


Note:
[1] -> negligenza e' il termine introdotto da lei. Secondo me utilizzarlo e' un rischio troppo forte: rischia un eventuale irrigidimento dell'altra parte :-)
[2] -> dal mio punto di vista, se loro non vogliono andare a giudizio per un torto che hanno commesso (cosi' dicono le mie richieste), e quindi vorrebbero risolvere extragiudizialmente la questione (ripeto, loro e non io) dovrebbero loro proporre qualcosa, non certo io

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