E' un periodo incerto. Molto incerto.
Dal punto di vista globale, incerto politicamente. Incerto finanziariamamente. Incerto negli sviluppi in ottica macroeconomica.
Dal punto di vista personale, incerto economicamente. Incerto in senso lavorativo. Incerto, molto incerto. Incerto negli sviluppi.
Da qualche settimana mi limito nello scrivere, un po' a causa della confusione mentale e la poca lucidita' di questo periodo. La causa maggiore e' la stanchezza (si legga poche ore di sonno).
Sto pagando in prima persona la precarieta' lavorativa. Ma non e' il nocciolo del problema. In questo periodo sto cercando di sfruttare un'opportunità di lavoro per innalzare la mia precaria condizione economica, ma casualmente il periodo e' pessimo.
Una emorragia finanziaria familiare a volte ti mette al tappeto. Poi chiudi la falla[1]. Ma il lavoro se ne va. Non per tuoi demeriti. Non per demeriti del boss. Per una decisione[2] di qualcuno si chiudono i bocchettoni. In realta' non sono gia' chiusi, si chiuderanno a breve.
Ma questa sembra la situazione di molti. Si' e no.
Perche' quando sei un lavoratore specializzato la situazione e' piu' complessa. Forse anche piu' serena. Almeno dovrebbe essere tale.
Ad esempio, lo specializzato che perde il lavoro puo' godere di una piccola pausa per guardarsi attorno. Sostanzialmente perche' in virtu' della difficile sostituibilita' lavorativa dovrebbe godere di un maggiore compenso che gli permetterebbe un eventuale piccola pausa.
Ma se sei apprendista puoi essere specializzato? Io so di essere specializzato, ma sono apprendista di lunga data. E non godo di ottima salute economica. Quindi non ho molto tempo per guardarmi attorno.
Quindi l'incertezza si trasforma in dispiacere. E la causa e' imputabile al sottoscritto. Che e' specializzato, ma e' un apprendista. Sia formalmente sia nel trattamento economico.
Se mi guardo indietro avrei dovuto dire qualche anno fa basta con l'apprendistato. Ma non l'ho fatto per diverse questioni alcune connesse tra loro.
Solo ora capisco che la maggior parte sono state valutazioni errate. Me la prendo con il sottoscritto soprattutto perche' statisticamente non commetto molti errori.
In conclusione, ci vorra' ancora un po' di tempo prima che ritorni a postare con una certa frequenza.
Note:
[1] -> fortunatamente nel mio caso si sta chiudendo, speriamo bene
[2] -> non chiarissima nei suoi contorni, ma condivisibile nella sostanza
..per quanto può valere in bocca al lupo e tieni duro.
RispondiEliminaE' giusto essere severi nel valutare le proprie scelte, ma tieni presente che individuare le scelta migliori è sempre molto facile, a posteriori.
Mi capita spesso di darmi dello scemo per scelte fatte in passato dimostratesi inadeguate. Però per molte di queste, in effetti, mi rendo conto che erano le più ragionevoli in quel contesto e per quello che allora sapevo della situazione...
Ciao
Paolo
Grazias :-)
RispondiEliminaSono certo che tu abbia ragione, cioe' la valutazione a posteriori e' facilitata dall'osservazione della dinamica passata.
Il rimpianto e' non poter comunicare una 1/2 ora con il me del passato... saprei perfettamente come istruirlo, e soprattutto verso quale direzione indirizzarlo. Ecco, vorrei fornire informazioni di carattere generale a me di una decina di anni fa.
Anzi, visto che mi ci fai pensare, appena avro' un po' di tempo mi mettero' a scrivere un manualetto (inutile) con l'obiettivo velleitario di racccogliere informazioni accumulate in dieci anni di esperienza. Una sorta di guida pratica per evitare (taluni) errori.
bye,
MS
Ritorno al futuro :-)
RispondiEliminaMi spiace disilluderti, ma anche i manualetti hanno utilità relativa.
Ricordo che vari anni fa ne trovai uno online che ebbe anche un discreto seguito (credo si intitolasse "Patata da fiutare") in cui l'autore dava ai neolaureati (mi par di ricordare si rivolgesse principalmente a quelli in ingegneria) una serie di suggerimenti controcorrente su come gestire le loro carriere, specialmente nella fase iniziale.
Quei suggerimenti rimasero validi per un certo periodo, ma in breve tempo divennero inattuali e lo stesso autore ebbe l'intelligenza di rendersene conto e di ritirare lo scritto.
In un mondo che cambia sempre più velocemente vita ed utilità del manualetto si riducono molto...
Ciao
Paolo
P.S. aggiungi all'elenco dei suggerimenti lo spassoso "Californication"
come forse saprai quella trilogia mi ha veramente segnato :-)
RispondiEliminaComunque difficilmente scrivero' un manualetto del genere, lo sforzo dello scrivente non sarebbe coperto dall'utilita' sociale.
Se pero' dovessi scriverlo, credo che starei attento a non essere troppo vicino alla mia esperienza, anzi gli eventi eprsonali costituirebbero solo esempi contestualizzati.
Quindi sarebbe un manuale operativo astratto, ecco perche' precedentemente l'ho definito inutile. Astratto ed operativo assieme non vanno. E io avrei difficolta' a scrivere in maniera astratta.,. non sono tagliato per questo stile di scrittura.
Ciao,
MS
PS: lo seguo discretamente :-)