Nell'ottica di riduzione della spesa, in ogni campo si è introdotto[1] il vincolo della razionalizzazione dei costi.
Purtroppo ci si sontra con due problemi non indifferenti:
- si dimentica che i costi sono in realtà investimenti, quindi sarebbero da prioritizzare;
- la parola razionalizzazione prevede eccitazione dei neuroni, e nell'impossibilità di molti decision-maker si preferisce il taglio pseudo-randomico.
Insomma, il bilancio richiede diminuzione dei costi quindi si tagliano i costi. Punto.
L'immediata conseguenza?
Il taglio dell'investimento si scontra con le necessità dei cittadini. Ma il decision maker dice: "Colpa del taglio dettato dall'alto"... e questa tiritera procede fino ai vertici dello Stato i quali rispondono sempre utilizzando uno schema pseudo-randomico opta alternativamente:
- siamo costretti perché ereditiamo il passato;
- non dovete chiederlo a me, l'ha deciso quell'altro (nonostante io sia il capo del mio ministero, ma ovviamente facciamo tutti parte della stessa squadra... o no?).
Insomma... sembrerebbe che il cittadino rimanga senza speranza.
Non proprio, perché può sperare che il decision maker utilizzi il famigerato provvedimento d'urgenza. Ed è simpaticissima l'immediato sviluppo.
Il decision maker, senza voler nulla in cambio ad esclusione del voto alle prossime elezioni o più semplicemente essere portato in trionfo, non procede rimodulando razionalmente il bilancio ma, utilizzando uno schema pseudo-randomico, opta alternativamente per:
- rimodulare alcune voci di bilancio (tanto sono numeri!!)
- non interessarsi dei vincoli di bilancio[2].
In entrambi i casi il cittadino è spesso pronto a dimenticare il periodo di disservizio, ora il servizio è di nuovo attivo, anzi è anche migliorato perché è stato esternalizzato verso il privato che utilizza strumentazione moderna.
Ovviamente qualcuno si sarà accorto che purtroppo nel breve/medio periodo si dovranno ripercorrere i medesimi passaggi perché, ricordiamolo, che nemmeno ora si è utilizzato un metodo razionale, ma rispettivamente:
- rimodulazione del bilancio per accontentare i cittadini;
- non interessarsi del bilancio, non è un problema vincolante.
Rispetto la panoramica proposta si potrebbe intuire: il decision maker ha un compito semplice, tutti possono esserlo.
Ma assolutamente no.
E' importantissimo capire quanto tempo sia necessario prima di far esplodere il problema e ricorrere al privato. Ma è anche fondamentale non aspettare troppo tempo.... la finestra temporale nella quale agire è discretamente breve.
Perché se il dirigente ci ricorre troppo presto, allora diviene chiaro che abbia voluto favorire il privato.
E se ci ricorre troppo tardi diviene chiaro per troppi che il dirigente sia inadeguato.
Insomma, la vita del dirigente è difficile, è necessario essere in fase con le necessità e non distrarsi... potrebbe essere fatale.
Note:
[1] -> mi fa sorridere che tale motto si è introdotto "ora", come se prima fosse non necessario, probabilmente finora si viveva nella bambagia, quindi era una questione marginale
[2] -> io sono solito pensare i vincoli come rette, ma le rette sono curve e le curve possono essere arrotondate un po' come vogliamo.... non è così?
Credo che tu abbia perso un pezzo: il decision maker pubblico nella tua accezione ha il solo fondamentale scopo di di stare a galla, aggirando vincoli e scegliendo il momento buono per compiacere il suo pubblico.
RispondiEliminaIn realtà, secondo me, deve anche tenere presente gli interessi dei suoi stakeholders: questo significa che deve riuscire a promuovere i loro interessi nel quadro di una serie di scelte che appaiano accattivanti e convenienti.
Come dicevo nel mio post il perorso è:
tu, Stakeholder S.p.A. hai interesse a gestire il tal servizio in appalto?
Io, decision maker, taglio le risorse al servizio in questione (e devo stare attento a far apparire la cosa come un taglio dei costi) sino a renderlo mal funzionante.
Oppure "mi accorgo" di avere un'esigenza insostenibile in tal senso.
A quel punto lo appalto con formule sempre più maggiche, moderne, complicate. E passo dalla gestione interna all'appalto, al general contractor, al global service, al Project Financing, in modo da poter: 1) ritagliare il contratto sullo Stakeholder, 2) promettere il miracolo derivante dal nuovo sistema gestionale, 3) rendere oscura e macchinosa la gestione del processo.
Il risultato fa felice il decision maker, lo stakeholder ed il popolo bue.
Il fatto che non risulti efficiente nè economico è altamente probabile, perchè il processo non è concepito a questo scopo, anzi, il malfunzionamento permetterà allo Stakeholder di proporre ulteriori soluzioni.
E la procedura riparte...
Ciao
Paolo
Hai perfettamente ragione, in realtà nella locuzione "schema pseudo-randomico" ho implicitamente sintetizzato ed ipotizzato di riassumere meccanismi poco trasparenti volti a non deludere (o premiare) interessi propri, dei suoi stakeholders, ...
RispondiEliminaOvviamente, come hai correttamente segnalato, l'analisi dell'operato di tali dirigenti è meno banale per l'adozione di soluzioni finanziare moderne, utili soprattutto a mascherare i costi non necessari.
bye,
MS