mercoledì 1 febbraio 2012

Errori idiomatici

Da un po' di tempo sto ragionando sugli errori idiomatici che leggo/ascolto, sia nell'ottica di categorizzarne la causa, sia nell'osservare l'effetto che producono nei lettori/ascoltatori. Per questi ultimi e' interessante sia l'effetto per gli ascoltatori diretti, sia per quelli a cui viene raccontato, quindi che vivono l'esperienza in maniera disinibita non preoccupandosi di esibire le proprie emozioni per questioni di sconvenienza sociale.

Una prima categorizzazione potrebbe essere tra errori di ignoranza e quelli di distrazione.
Credo che la divisione proposta sia molto intuitiva, ma ci sono dei casi limite.
Ad esempio, i comunissimi errori di congiuntivo[1] aprioristicamente possono rientrare in entrambe le categorie, ma di volta in volta e' facile distinguerli. Ancora piu' evidente potrebbe essere il cattivo uso del maschile/femminile. Non voglio proporre esempi specifici[2], ma a tutti sara' capitato di sbagliare sia con l'uso del congiuntivo, sia con l'uso del maschile o femminile. Per chi conosce l'uso corretto, la distrazione e' in agguato. Puo' capitare.

E' interessante notare la reazione degli ascoltatori. Nel caso in cui il cattivo utente[3] commetta un errore di distrazione, esso solitamente sfociera' nella simpatia da parte degli uditori. Diverso il caso in cui l'errore sia causato da ignoranza. Qui tipicamente le reazioni sono diverse e sono fortemente correlate alla cultura del soggetto:
  • potrebbero produrre correzione da un'uditore, ad esempio nel caso in cui ci si esprima in un dominio linguistico tecnico, in cui l'utente affronta un campo (quasi) inesplorato e l'ascoltatore ha maggiore confidenza (e' analogo il caso in cui il linguaggio non e' tecnico ma si sta utilizzando un diverso idioma)
  • causare imbarazzo, ad esempio nel caso in cui l'ignoranza e' palese, espressa in un dominio comune. Tipicamente l'errore in [1], nel caso di uso del condizionale al posto del congiuntivo.

Ok, spero di aver sufficientemente chiarito la categorizzazione proposta. E' arrivato il momento di proporre qualche esempio, fermo restando che qualsiasi riferimento e' voluto, ma l'incompletezza e' d'obbligo per evitare l'imbarazzo del lettore quando l'esempio sia riferito specificatamente al lettore o persona nella sua cerchia familiare[4].

Esempio di distrazione
Domenica ero a pranzo con mia sorella la quale ha detto "materasso anti-soffoco" al posto di "materasso anti-soffocamento". Chiaramente ha prodotto ilarita', reazione comprensibile riconoscendo il modello della distrazione.
Un altro esempio in una conversazione con mia moglie avvenuta qualche giorno prima, in cui ho detto "A quel punto piacque" (??). Volevo dire pianse, e giu' a ridere.
In ogni caso tali esempi producono ilarita' negli ascoltatori, ma difficilmente il l'emozione sarebbe trasferibile agli altri. Cito l'esempio solo per chiarezza.
Genera ilarita'.

I esempio di ignoranza
Sono numerosissimi. Ad esempio domenica, in una sede differente da quella dell'esempio precedente, una persona a me coetanea, diplomata, dice "Mi e' piaciuto la festa".
A qualcuno potrebbe sembrare un errore non causato da ignoranza ma distrazione. Vero in alcuni casi, non in quello da me riportato e vissuto. La stessa persona commette tali errori con una frequenza altissima. Chiaramente i congiuntivi saltano, ma li si ignorano perche' commessi da una persona con problemi linguistici piu' primitivi.
Ovviamente difronte l'ignoranza difficilmente si sorride, ma quando la scorsa settimana ha detto "Il mio datore di lavoro ha paura di prendere le donne perche' se rimani incinta non ti puo' piu' gesticolare" (inteso come orario di lavoro).
Anche se l'efficacia della comunicazione e' avvenuta nonostante i termini utilizzati siano approssimativi, l'ilarita' scatta nel momento in cui usa gesticolare al posto di gestire.
Genera ilarita', ma e' trattenuta.

II esempio di ignoranza
Mio nonno materno talvolta non utilizza correttamente i verbi, commettendo degli errori evidenti. La cosa simpatica e' il suo atteggiamento poiche' lui desidera essere corretto. Comportamento positivo di una persona che per cause di forza maggiore ha limitato il suo studio alla frequenza saltuaria del primo anno di scuola elementare. Erano altri tempi. Soprattutto se pensiamo che i conti con carta e penna li fa correttamente. Con un solo anno di scuola elementare.
Non genera ilarita'.

III esempio di ignoranza
Dal parrucchiere una mia parente ha assistito ad una conversazione inverosimile. Una cliente ha detto "mia sorella sta scremata". Alla richiesta si spiegazioni del parrucchiere lei ha aggiunto "Si', non ce la fa piu'". Secondo
la ragazza che ha vissuto l'esperienza la tizia avrebbe voluto dire stremata.
Io ritengo che piu' probabilmente volesse dire sclerata, molto in uso da queste parti. Comunque, nelle stessa conversazione si e' anche detto "E' venuta mia cugina, sono rimasta incastonata". Probabilmente il termine da usare era incastrata, ma non ci giurerei :-)
Genera ilarita', ma e' solitamente trattenuta.

IV esempio di ignoranza[5]
In un programma informatico che esegue un certo numero di elaborazioni, in una fase iniziale scrive "Let's to examine". Potrebbe ricadere in un caso di distrazione perche' appena l'amico americano me l'ha fatto notare mi sono accorto dell'errore. Ma secondo me e' maggiormente presente il peso dell'ignoranza.
Non genera ilarita'.

V esempio di ignoranza
Una persona di mia conoscenza di buona cultura ha consigliato un suo acquisto, "il salmone norvegiano". All'osservazione che norvegiano andrebbe sostituito con norvegese, lui replica "ma sull'imballaggio c'e' scritto Norvegian".
Genera discreta ilarita'.

VI esempio di ignoranza
Mia moglie lavora in ambito teatrale e li' la creativita' la fa da padrone. Un suo collega, sicuramente molto creativo, produce testi teatrali nei quali sono presenti una gran quantita' di errori.
Di seguito alcuni esempi:
karaoki -> karaoke
karakiri -> harakiri (che andrebbe sostituito con seppuku, ma l'accetto [intendo harakiri] per una piu' efficace comprensione)
cacatonico -> catatonico
flautolento -> flatulento
pagliativo -> palliativo
ellittica -> ellissi
Qualcuno potrebbe pensare che siano errori sparsi nella mole di produzione di testi teatrali. Non e' proprio cosi', e' sufficiente osservare che alla capziosa domanda "Che cos'e' una ellittica?" abbia tentativo di risposta nominando ancora ellittica.
La nota positiva e' che scrivendo questo post ho imparato una nuova figura retorica, anche se lui si confondeva con iperbole.
La nota supernegativa e' che lui e' un insegnante di lettere laureato in lettere[6].
Nei colleghi qualche volta producono ilarita'.

VII esempio di ignoranza
Non riesco a trovarla, ma qualche anno fa un docente di lettere dell'universita' in cui lavoro ha scritto in una richiesta indirizzata al mio collega "... brasigliano".
Quando ha consegnato di persona tale richiesta (moltissimi docenti di lettere sono intolleranti alle email), allo sguardo attonito si e' accorta del gravissimo errore e si e' scusata con "E' un errore di distrazione, andavo di fretta". Alle volte non sembra, ma e' possibile aggravare la propria situazione gia' fortemente compromessa.
Non genera ilarita' nell'immediato, ma in un secondo tempo genera gravissimi problemi emozionali, la cui intensita' e direzione (quindi ilarita' o rabbia) non sono prevedibili.

VIII esempio di ignoranza
Non sono un tifoso del Pescara, ma il mio collega mi suggerisce di guardare la Gazzetta dello Sport del 28 gennaio 2012, in cui riporto il ritaglio della pagina 23, a detta dell'autore dell'articolo Il piu' grande spettacolo prima del weekend... riportato sia in apertura sia in chiusura.



Note:
[1] -> mi riferisco al comune errore insito nella frase "credo che e'" al posto di "credo che sia". Tipicamente confondere il condizionale con il congiuntivo come nel caso della frase "se sarebbe" e' un errore di ignoranza
[2] -> ho cambiato idea, un esempio recente e' "La festa? Si', mi e' piaciuto"
[3] -> inteso come utente della lingua cui ricorre, solitamente pseudo-italiano,
alle volte pseudo-inglese
[4] -> i riferimenti saranno presi dal mio ambiente, pertanto vorrei evitare di mettere all'indice i lettori/amici, per cui ho effettuato una parziale anonimizzazione che non dovrebbe evitare il riconoscimento del modello, ma rendere difficile l'individuazione della persona ad esclusione dell'utente/amico nel caso in cui le persone coincidano
[5] -> i piu' non conoscono l'originale numerazione romana, e IV in realta' andrebbe scritto IIII. Solo l'uso medievale ha introdotto il termine sottrattivo. Questo lo scrivo perche' nel post voi troverete errori che attribuirete alla mia ignoranza, ma sappiate che sono in vostra compagnia. ;-)
[6] -> specifico la laurea perche' credo sia possibile essere un insegnate di lettere con una laurea differente, quale filosofia o storia. Comunque contestualizzo l'indirizzo di studio perche' se io che ho vissuto una vita da studente lontano dalla pura letteratura e nella mia attivita' continuo a vivere ad una distanza di sicurezza, mi domando come sia possibile che un laureato in lettere possa sbagliare su questioni note.

3 commenti:

  1. Controllaqui il mio blog: fosse tutto correggiuto.

    Sono orgoglione di cuesta cosa.

    Adesso saluto che sono obeso di lavoro.

    Ciao

    PaoloVE

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  2. non mi scorderò mai la mitica frase "ho fatto una cernia di libri" al posto di una cernita, e no, non era distrazione!

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  3. Replico con gli errori dei commensali di questa sera:
    a. si era bardellato tutto, con bardellato al posto di bardato
    b, poverino, il giocatore si era dislocato la caviglia, con dislocato al posto di slogato
    c, questi mandarini sono ritardati, con ritardati al posto di ritardatari, nel senso degli ultimi della sagione

    Per essere stata una cena di venti minuti il divertimento e' stato assoluto :-)

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